Solidarietà al Circolo Anarchico Ripa dei Malfattori di Milano sgomberato!

Milano, 14 agosto 2015

Per l’ennesima volta la macchina della repressione ha agito in piena estate: dopo vari tentativi di sgomberi di case occupate è toccata a noi, il circolo anarchico Ripa dei Malfattori.
Dopo quasi 2 anni di occupazione, animati da iniziative partecipate, concerti, presentazioni, e in ultimo ‒ appena due settimane fa ‒ la bella serata in onore di Gaetano Bresci, la speculazione e gli interessi affaristico-palazzinari hanno recintato e chiuso la nostra esperienza di autogestione condivisa per ingurgitare un ulteriore boccone del quartiere Ticinese, luogo storico di lotte e convivialità, ma ormai da tempo vittima dei voraci appetiti del profitto.
Per quanto fossimo affezionati alle quattro mura di Ripa, siamo anche consapevoli che dopo la triste, mal riuscita pagliacciata di Expo i luoghi vuoti in città saranno ancora più numerosi, e non avremo problemi a trovare nuovi spazi in cui proseguire le nostre attività.
Non abbiamo motivo di recriminare sul fatto che sia stata una giunta di sinistra a sgomberarci; in quanto anarchici non abbiamo mai cercato accordi, persuasi come siamo che stato e padroni, governi e amministratori non siano altro che ostacoli sulla strada di una vita degnamente vissuta.
La nostra piena solidarietà va in questo momento ai compagni del Barocchio, storica occupazione torinese cui siamo legati da consolidata complicità e anch’essa minacciata di sgombero proprio in questi giorni.
Ripa vive nei nostri cuori e in quelli di tutti coloro che con noi l’hanno animata e vissuta, da liberi ed eguali. Un grazie a tutti gli individui e le collettività che ci hanno sostenuto: @ presto, sempre senza confini, nei nuovi lidi su cui sbarcheremo.
W l’anarchia!

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SOLIDARIETA’ al BAROCCHIO! NO allo SGOMBERO! NO agli OPG! NO alle REMS!

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SOLIDARIETA’ al BAROCCHIO! NO allo SGOMBERO!

NO AGLI OPG NO ALLE REMS!

Apprendiamo la notizia che al posto del Barocchio, squat occupato da ormai 23 anni, dovrebbe sorgere una REMS (Residenze per l’Esecuzione Misure Sicurezza). la Legge n°81/2014 prevede la chiusura degli OPG entro il 31 marzo 2015 e l’entrata in funzione delle REMS. Ad oggi gli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) esistono ancora e le REMS in molte regioni non sono ancora entrate in funzione.

Le REMS in realtà non sono altro che dei dei MINI-OPG sul territorio, la suddetta legge infatti, mantenendo inalterato il concetto di pericolosità sociale, mantiene inalterato il regime di custodia e cura vigente negli Opg.

Chiudere i manicomi criminali senza cambiare il codice penale che li sostiene vuol dire creare nuove strutture, forse più accoglienti, ma all’interno delle quali finirebbero sempre rinchiuse persone giudicate incapaci d’ intendere e volere. Per abolire realmente gli OPG bisogna non riproporre i criteri e i modelli di custodia e occorre metter mano a una riforma degli articoli del codice penale e di procedura penale che si riferiscono ai concetti di pericolosità sociale del “folle reo, di incapacità e di non imputabilità”, che determinano il percorso di invio agli Opg.

Il problema è superare il modello di internamento, e tale superamento non può passare attraverso gli stessi meccanismi precedentemente in atto nei manicomi. Altrimenti la logica dominante, anche nelle rems, sarà sempre quella dell’esclusione e non dell’inclusione.

Esprimiamo dunque la nostra solidarietà al Barocchio squat; contrari allo sgombero di un’esperienza abitativa e sociale in piedi da 23 anni, affinché non venga trasformata nell’ennesimo contenitore dell’esclusione sociale!

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa

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Laboratorio di fotografia @ Stella Nera

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Laboratorio di Serigrafia Giovedì 27 agosto @ Stella Nera

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Basta morti in TSO!

BASTA MORTI IN TSO

Tre persone morte in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) in poco
più di un mese.

Il 5 agosto scorso a Torino, un uomo di 45 anni, Andrea Soldi, è morto
mentre i vigili urbani lo stavano sottoponendo a TSO. Si parla di
arresto cardiocircolatorio, non è riuscito ad arrivare vivo in ospedale.
Testimoni parlano di vigili che l’hanno preso e stretto per il collo,
finché non è caduto a terra privo di vita.

Il 30 luglio 2015 a Carmignano Sant’Urbano, in provincia di Padova, un
ragazzo di trentatré anni, Mauro Guerra, è stato ucciso da un
carabiniere durante un TSO. Nessuno sembra conoscere le reali cause che
stanno dietro al trattamento sanitario obbligatorio che l’ha ucciso, né
la famiglia, né il sindaco, il quale afferma di non aver neanche
autorizzato il provvedimento (nonostante la legge 180 prescriva la
disposizione del trattamento previa autorizzazione del sindaco, in
quanto massima autorità per la sanità locale). All’arrivo di alcuni
carabinieri presso la propria abitazione, Mauro, colto di sorpresa e in
preda allo spavento, ha tentato la fuga.
Uno dei carabinieri ha sparato e l’ha ucciso.
Il maresciallo dell’arma si è giustificato dicendo di aver mirato al
braccio ma Mauro è stato colpito alla schiena a soli due metri e mezzo
di distanza.

Chi ha autorizzato il TSO? Perché sono intervenuti i carabinieri e non i
sanitari del 118?

L’8 giugno è morto in circostanze da chiarire, durante un Trattamento
sanitario obbligatorio, un uomo di 39 anni. I familiari hanno molti
dubbi sulle cause del decesso e lamentano che durante i 12 giorni di
ricovero non gli sia mai stato concesso di vederlo. Si chiamava
Massimiliano Malzone, il 28 maggio era stato ricoverato nel Servizio
psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale Sant’Arsenio di Polla, in
provincia di Salerno. La storia di Massimiliano richiama alla memoria
quella di Francesco Mastrogiovanni, il maestro di Castelnuovo Cilento
deceduto nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Vallo della
Lucania il 4 agosto 2009. Due storie diverse, ma con tratti comuni.
Comune anche lo psichiatra coinvolto; il medico che avvisa la sorella
della morte di Massimiliano, infatti, è lo stesso già condannato a 4
anni in primo grado per il decesso di Mastrogiovanni con l’accusa di
sequestro di persona, morte come conseguenza di altro reato (il
sequestro stesso) e falso ideologico, per non aver annotato la
contenzione meccanica nella cartella clinica. Francesco Mastrogiovanni
era stato legato mani e piedi al letto dell’ospedale, per oltre 80 ore.
Il 26 e il 30 giugno si sono svolte le ultime udienze del processo
d’appello per il caso Mastrogiovanni, la sentenza è prevista per il mese
di settembre 2015.

Il regime terapeutico imposto dal TSO ha una durata di 7 giorni e può
essere effettuato solo all’interno di reparti psichiatrici di ospedali
pubblici. Deve essere disposto con provvedimento del Sindaco del Comune
di residenza su proposta motivata da un medico e convalidata da uno
psichiatra operante nella struttura sanitaria pubblica. Dopo aver
firmato la richiesta di TSO, il Sindaco deve inviare il provvedimento e
le certificazioni mediche al Giudice Tutelare operante sul territorio,
il quale deve notificare il provvedimento e decidere se convalidarlo o
meno entro 48 ore. Lo stesso procedimento deve essere seguito nel caso
in cui il TSO sia rinnovato oltre i 7 giorni. La legge stabilisce che il
ricovero coatto può essere eseguito solo se sussistono
contemporaneamente tre condizioni: l’individuo presenta alterazioni
psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, l’individuo
rifiuta la terapia psichiatrica, l’individuo non può essere assistito in
altro modo rispetto al ricovero ospedaliero.

Subito ci troviamo di fronte ad un problema: chi determina lo “stato di
necessità” e l’urgenza dell’intervento terapeutico? E in che modo si
dimostra che il ricovero ospedaliero è l’unica soluzione possibile?
Risulta evidente che le condizioni di attuazione di un TSO rimandano, di
fatto, al giudizio esclusivo ed arbitrario di uno psichiatra, giudizio
al quale il Sindaco, che dovrebbe insieme al Giudice Tutelare agire da
garante del paziente, di norma non si oppone.
Per la persona coinvolta l’unica possibilità di sottrarsi al TSO sta
nell’accettazione della terapia al fine di far decadere una delle tre
condizioni, ma è frequente che il provvedimento sia mantenuto anche se
il paziente non rifiuta la terapia. Se, in teoria, la legge prevede il
ricovero coatto solo in casi limitati e dietro il rispetto rigoroso di
alcune condizioni, la realtà testimoniata da chi la psichiatria la
subisce è ben diversa. Con grande facilità le procedure giuridiche e
mediche vengono aggirate: nella maggior parte dei casi i ricoveri coatti
sono eseguiti senza rispettare le norme che li regolano e seguono il
loro corso semplicemente per il fatto che quasi nessuno è a conoscenza
delle normative e dei diritti del ricoverato.
Molto spesso prima arriva l’ ambulanza per portare le persone in reparto
psichiatrico e poi viene fatto partire il provvedimento. La funzione
dell’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) è generalmente quella di
portare la persona in reparto, dove sarà poi trattenuta in regime di TSV
o TSO secondo la propria accondiscendenza agli psichiatri.
Il paziente talvolta non viene informato di poter lasciare il reparto
dopo lo scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in
regime di TSV (Trattamento Sanitario Volontario); oppure può accadere
che persone che si recano in reparto in regime di TSV sono poi
trattenute in TSO al momento in cui richiedono di andarsene. Diffusa è
la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli che
sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè
l’individuo a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire
altrimenti con un TSO.
A volte vengono negate le visite all’interno del reparto e viene
impedito di comunicare con l’esterno a chi è ricoverato nonostante la
legge 180 preveda che chi è sottoposto a TSO “ha diritto di comunicare
con chi ritenga opportuno”.

Il TSO è usato, presso i CIM o i Centri Diurni, anche come strumento di
ricatto quando la persona chiede di interrompere il trattamento o
sospendere/scalare la terapia; infatti oggi l’ obbligo di cura non si
limita più alla reclusione in una struttura, ma si trasforma
nell’impossibilità effettiva di modificare o sospendere il trattamento
psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero coatto cui
ci si avvale alla stregua di strumento di oppressione e punizione. Per
questo ancora una volta diciamo NO ai TSO, perché i trattamenti sanitari
non possono e non devono essere coercitivi e affinché nessuno più debba
morire sotto le mani di forze dell’ordine al servizio degli psichiatri.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa

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18-19-20 Settembre – Inaugurazione Spazio Libertario Stella Nera

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Solidarietà al Telos di Saronno!

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TeLOS – 23 luglio
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Questa mattina alle 6.00 hanno sgomberato il nuovo TeLOS a Saronno. Nonostante il tetto piatto non consentisse grandi
resistenze i ragazzi non sono scesi finchè – complici quelle merde dei pompieri – non li hanno trascinati giù di peso dopo un ora e mezza.
Fuori qualche azione di disturbo alla viabilità ha fatto movimentare dei celerini sicuramente amanti delle sostanze.
Gli operai della proprietà stanno ora bucando il tetto, rendendo inagibile e pronto a marcire l’ennesimo spazio per i prossimi anni.
Era in atto una trasformazione da stabile in stato di degrado, abbandono e putrescenza, a spazio di aggregazione e socialità, da base per le lotte che si portano avanti
nel territorio.

L’esperienza di questi tredici giorni di occupazione è stata breve ma intensa; molte energie nuove, voglia di mettersi in gioco e
idee interessanti hanno attraversato e vissuto il Telos.

Se consideriamo questo come la materia di cui si nutre uno spazio sappiamo che questa non si ditruggerà ne scomparirà,
cambierà forma magari, si caricherà di nuova rabbia, troverà nuovi spazi.

Per oggi l’appuntamento è alle 18 in stazione a Saronno.
Le intenzioni sono quelle di mantenere tutte le iniziative, per le strade, in nuovi spazi, dove più daranno fastidio.

Stasera: dopo il presidio ci sarà un apericena e poi l’incontro con Michela Zucca “Sul corpo: moda, canoni estetici, riappropriazione”.

Per chi ci raggiunge dopo cena: per sapere dove siamo controllate la pagina facebook!

SAREMO DAPPERTUTTO

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Mercato Biologico e Gruppo di acquisto Libertario @ Stella Nera

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29 Luglio @ Stella Nera – Ricordando Gaetano Bresci

Mercoledì 29 luglio dalle 20.30 cena sociale vegan con prodotti del futuro mercato biologico di Modena che aprirà presto all’interno di Stella Nera.

Ore 21.30 – ricorderemo Gaetano Bresci con la proiezione di :”Colpo al Cuore”, filmato realizzato dall’xm24 di Bologna.

Stellanera.noblogs.org
Prendispazio@canaglie.org1289

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Sosteniamo l’inchiesta “Morti di Cie”

Una coraggiosa inchiesta sui migranti morti in detenzione amministrativa nei CIE di Stato.

https://www.indiegogo.com/projects/morti-di-cie-cause-of-death-cie-inchiesta#/story

 

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