DISERTARE LE URNE, CONTINUARE LE LOTTE, OVUNQUE AUTOGESTIONE!

(Volantino distribuito prima e durante il corteo di Capodanno)

Lo Spazio Sociale Stella Nera, USI Modena, la Libera Officina e lo
Spazio Sociale Soverte di Carpi organizzano un Corteo il 31 dicembre
sull'Autogestione e l'Azione Diretta.
Il Corteo sarà la conclusione anche dei festeggiamenti del Centenario dell'USI.
Azione Diretta in solidarietà a tutti i lavoratori e gli sfruttati in lotta 
per l'eliminazione dei rapporti di sfruttamento e contro le politiche neoliberiste
e stataliste di macelleria sociale.
Autogestione e Autoorganizzazione in risposta all'ennesima farsa elettorale 
che non cambierà nulla nei rapporti di comando e sottomissione ma darà 
mandato ai nuovi padroni di legiferare leggi che ridurranno le nostre libertà
e continueranno a renderci ancora più poveri.

E TU VOTI ANCORA?

Il prossimo febbraio si ripeterà per l'ennesima volta la farsa delle elezioni.
Tra promesse e buoni propositi che verranno disattesi, sentiremo soprattutto
appelli al voto, perché il male assoluto, per i politici, è l'astensionismo:
quante volte abbiamo sentito dire che, piuttosto che non votare, è meglio
andarci e annullare la scheda, o lasciarla bianca?
Il motivo è semplice: votare non è solo dare la propria preferenza ad un partito,
ma anche legittimare il sistema partitico e la democrazia rappresentativa.
Ciò di cui i politici hanno più paura non è la vittoria della parte opposta,
ma che l’intero sistema politico venga messo in discussione.
Per impedirlo raccontano che il diritto al voto è una conquista sociale,che i
comuni cittadini possono partecipare attivamente alla vita politica votando,
che in democrazia "la sovranità appartiene al popolo" e ognuno può eleggere
i propri rappresentanti. In realtà tutto questo è falso e la prova si trova proprio
nel fondamento della nostra repubblica democratica, la Costituzione,
che all'articolo 67 dice: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione
ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".La stessa Costituzione,
quindi, dice che i parlamentari sono liberi di agire come vogliono, perché non
hanno nessun obbligo verso i propri elettori e rappresentano l'intera nazione,
formula astratta che nella pratica non significa nulla.
Le conquiste sociali sono sempre state il risultato di lotte e non di elezioni;
chi ci dice che votare è partecipare alla vita politica, cerca di dissuaderci
dall'unica vera partecipazione che può portare al cambiamento, quella diretta,
in prima persona, organizzandoci dal basso e senza mediazioni attraverso
"rappresentanti" politici e istituzionali!
Pensare che la politica istituzionale sia stata pulita in passato
significa non conoscere la storia; pensare che possa essere pulita in futuro
significa non conoscerne i meccanismi.
I partiti (compresi i "movimenti" che rifiutano di definirsi tali,
ma che si candidano alle elezioni) sono centri di potere, che inevitabilmente
attirano chi è interessato più a quel potere che al bene comune, e questo non
si può evitare cambiando persone o partiti al governo, come qualche
"rottamatore" o "giovanilista" o "grillino" vorrebbe farci credere.
E' tempo di prendere coscienza del problema alla base di tutto questo:
il sistema autoritario e gerarchico, che ci fa cedere il potere a un gruppo
di privilegiati col diritto di decidere per tutti sulla base di una pretesa 
"legittimità popolare". Togliamo loro questa legittimità: non votiamoli, 
riprendiamoci il controllo dei nostri spazi, delle città, 
dei luoghi di lavoro e studio, delle nostre vite!


LA NOSTRA PROPOSTA

Per fare ciò l'astensionismo non basta: è necessario iniziare da subito ad
organizzarci dal basso, in modo orizzontale e paritario, tramite assemblee di
autogestione dove nessuno possa avere il potere di imporsi sugli altri e
ognuno possa davvero partecipare attivamente alle decisioni che lo riguardano.
Chi ci racconta che l'organizzazione gerarchica è la migliore, o addirittura che
è l'unica possibile, dice una falsità: la storia è piena di esempi di comunità,
città, fabbriche che sono state realmente autogestite, e quando queste
esperienze sono finite non è stato per mancanza di efficienza o di ordine, ma
per l'intervento di un potere che si è imposto con la forza. Perché su questo si
basa il sistema gerarchico, per quanto "democratico" possa essere: sulla forza,
sui rapporti autoritari, sull'imposizione (fisica e culturale) di un modello unico,
sulla repressione di chi lo rifiuta e vorrebbe sperimentare nuove forme
di organizzazione.
L'autogestione è, all'opposto, basata sulla condivisione, sull'assunzione di
responsabilità di ognuno, sul rispetto delle diverse opinioni, sulla
sperimentazione continua slegata da ogni dogma, sul contributo di tutti alle
decisioni, sul rifiuto di qualunque autorità, anche quella della maggioranza.
Nell'autogestione anarchica le decisioni vengono prese ogni qualvolta sia
possibile secondo il metodo del consenso, che prevede in caso di disaccordo
la sintesi tra le diverse posizioni, che non significa unanimità ma saper
accettare le opinioni altrui ed essere in grado di trovare soluzioni il più
possibile condivise. 
L’astensionismo che proponiamo non è semplice disinteresse, ma un mezzo
per delegittimare il sistema politico, a cui è necessario affiancare altri mezzi 
per organizzarci al di fuori di ogni autorità, iniziando da dove possiamo avere
la possibilità, fin da subito, di autogestirci. Chi o cosa dà autorità al Comune,
per esempio, di prendere decisioni per un quartiere? La legittimità popolare?
Allora un’assemblea aperta e paritaria degli abitanti di quel quartiere non
dovrebbe avere molta più legittimità per decidere, essendo formata dai diretti
interessati che vivono ogni giorno quella parte di città? Questo è l’inganno
della democrazia: farci credere che la sovranità appartenga a noi, e l’unico
metodo per esercitarla sia delegarla a qualcuno, cioè perderla.

L’autogestione permette di esercitare davvero quella sovranità che ci 
viene promessa ma che ogni giorno ci viene tolta: tramite assemblee
nei quartieri, nei posti di lavoro, per la gestione dei luoghi pubblici
(parchi, piazze, parcheggi…) dobbiamo reclamare il controllo di ciò che
i politici pretendono di gestire in nostro nome.
 

disertiamo le urne continuiamo le lotte ovunque autogestione!la nostra proposta!

Questa voce è stata pubblicata in Comunicati e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a DISERTARE LE URNE, CONTINUARE LE LOTTE, OVUNQUE AUTOGESTIONE!

  1. paolo scrive:

    La massa ha scordato -o non sa- che l’inganno del voto sta anche in un vecchio disegno di legge (1904) che prevedeva l’obbligo di voto. Lo stato ha poi deciso che era meglio che popolo si scannasse per ottenere il diritto di scegliersi il padrone, in questo modo si sarebbe affezionato di più alla schiavitù democraticamente scelta. Ecco l’articolo con un pezzo di testo di quel disegno di legge: http://italianimbecilli.blogspot.com/2012/07/obbligo-di-voto-un-vecchio-disegno-di.html

I commenti sono chiusi.