I richiedenti asilo della nostra città sono ragazzi giovani tra i venti e i trent’anni costretti ad abbandonare i loro paesi, le loro famiglie, la maggior parte di loro è stata imprigionata in Libia, ha subito maltrattamenti, ha dovuto attraversare il mare in condizioni disumane. Sono spesso i primogetini di una famiglia di sei o sette fratelli, alcuni hanno perso il padre e hanno il peso di dover manterene una famiglia che vive in condizioni di povertà estrema. Sono ragazzi che vogliono un’occasione ma che il più delle volte si trovano in un limbo di almeno due anni, in attesa dei documenti, inseriti in progetti che non gli forniscono strumenti né culturali e né materiali per affrontare il dopo.
I richiedenti asilo sono ragazzi che se hanno la fortuna di aver ottenuto un documento che attesti la loro identità, si svegliano alle 4 di mattina per andare a scaricare i vestiti dai furgoni, poi vanno a scuola per migliorare la lingua, spesso frenquentano anche la terza media e infine fanno corsi per imparare il muletto e cercano di prendere la patente. Sono ragazzi che partecipano a tutte le iniziative che propongono le cooperative ma poi sono costretti a dare dei soldi per pagarsi il biglietto del treno o una maglia per giocare a calcio.
Poi ci sono i richiedenti asilo che sono costretti ad aspettare un anno e mezzo per andare a scuola di italiano, che soffrono rinchiusi in appartamenti e hotel in scarse condizioni igieniche, costretti a mangiare cibo spazzatura. Ad alcuni di loro è capitato di star male e dover minacciare l’operatore di chiamare un’ambulanza perchè non li voleva accompagnare dal medico. Sono chiusi e isolati dal mondo e vengono costretti a interminabili ore di “volontariato” con in cambio un attestato di scarso valore. Il famoso pocket money che dovrebbe arrivare una volta al mese, arriva ogni due e non hanno i soldi per caricare il telfono con il quale sono in contatto con le famiglie. Dovrebbero avere i soldi per pagarsi l’abbonamento dell’autobus e invece vengono dei soldi per comprarsi una bici che molto spesso gli viene rubata e si trovano a piedi e senza potersi muovere dagli appartamenti.
Tutti ci guadagnano tranne loro, e la nuova legge Minniti va solamente a peggiorare la loro condizione; questa legge garantirà procedure più veloci è vero, ma diventerà molto più probabile diventare clandestini ed essere rinchiusi nei CPR (ex CIE), delle vere e proprie prigioni. La legge infatti prevede nessun tipo di appello per chi richiede asilo. Cosa significa? Che se un ragazzo non dimostra di avere un documento che attesti l’appartenenza ad un partito politico perchè magari durante il suo lungo viaggio gliel’hanno confiscato in Libia o magari l’ha perso in mare non può ottenere lo status di rifugiato politico. Quindi se è stato arrestato ingiustamente e imprigionato, all’insaputa di sua moglie e dei suoi figli, è riuscito ad evadere dopo tante torture, è scappato rischiando la vita, ha passato il deserto con la fame e la sete, è arrivato in Libia, imprigionato nuovamente, finalmente è riuscito a partire per l’Italia, il suo barcone è affondato ma si è salvato.. viene rispedito a casa passando prima per un CPR dove verrà segregato e torturato nuovamente.
Per noi nessun uomo è illegale, continueremo a lottare contro abusi e discriminazioni nei loro confronti!
Collettivo Libertario/Anarchico Stella Nera