STELLA NERA: OGNI CITTÀ HA LA SUA REPRESSIONE

Sono passati ormai alcuni mesi dallo sgombero dello spazio sociale anarchico Stella Nera dagli stabilimenti della ex de Tomaso, che sono tornati al degrado e all’abbandono. Come molti sanno, visto che lo spazio è stato attraversato da migliaia di persone, nei cinque mesi di occupazione si è riusciti a trasformare un luogo inutilizzato in un punto di confronto e di scambio tra individui dove sperimentare autogestione e praticare la partecipazione diretta.

Quello che quasi nessuno sa è che lo sgombero è stato voluto non dalla proprietà ma dal comitato sicurezza (formato da sindaco, questore e prefetto) che ha fatto forti pressioni in modo da non permettere più la continuazione di un progetto volto al cambiamento sociale. Per fare questo hanno dovuto chiamare un procuratore aggiunto da Bologna e interno al Partito Democratico, visto che il PM che per primo ha avuto in mano il caso ha deciso di archiviarlo per insufficienza di prove, che ha denunciato gli occupanti non per occupazione (come logica vorrebbe), ma li ha denunciati perché in concorso tra loro e facenti parte tutti della stessa “area sovversiva”, cioè Libera, traevano profitto ideologico dall’occupazione in atto. Anche il fatto che i denunciati siano undici, quindi che il reato sia stato commesso da più di dieci, è stato fatto di proposito dato che è un’aggravante e per questo sono state inserite nella denuncia persone che hanno solo frequentato il posto e che non facevano parte del collettivo occupante.

Tutto ciò è un esempio della repressione messa in atto dalle istituzioni in tutto il territorio nazionale, una repressione volta a sopprimere qualsiasi movimento dal basso che abbia come scopo la delegittimazione e la distruzione del sistema politico e sociale attuale, basato sull’autoritarismo e lo sfruttamento, per creare una società libera senza sfruttatori e sfruttati.

Altri esempi di repressione avvenuti in Emilia nell’ultimo mese sono stati lo sgombero dello spazio popolare autogestito Sovescio e la condanna agli arresti per due compagni a Reggio Emilia per delle scritte no TAV.

I motivi dello sgombero dello spazio popolare autogestito Sovescio sono i medesimi dello sgombero dello Stella Nera e sono quelli spiegati prima, cioè impedire ogni movimento che attraverso l’occupazione di stabili abbandonati cerchi di promuovere e mettere in pratica un percorso autogestionario in grado di sovvertire il sistema vigente. A Reggio invece a subire la repressione da parte delle istituzioni sono stati due compagni del collettivo R60, a cui va tutta la nostra solidarietà, condannati uno a due anni e due mesi e l’altro a un anno e quattro mesi di reclusione più diecimila euro di multa perché avrebbero solidarizzato col movimento no TAV facendo delle scritte su dei muri.

Questi esempi sono la palese dimostrazione che chiunque provi a contestare e proporre un’alternativa ad un sistema basato sullo sfruttamento, dove i politici si arricchiscono a discapito della grande maggioranza della popolazione, viene sistematicamente represso.

Tutto questo, però, non riuscirà mai a fermare i movimenti dal basso in lotta perché solo chi fa parte del tessuto sociale, chi vive i territori, ha diritto di autogestirli ed è per questo che il collettivo Stella Nera continuerà il percorso degli spazi sociali autogestiti e ad essere presente ed attivo in città.

SOLIDARIETÀ A TUTT* I/LE COMPAGN* VITTIME DELLA REPRESSIONE!

LIBER* TUTT*!

comunicato stellanera

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