NON TUTTI/E POSSONO RESTARE A CASA

Nel pieno dell’emergenza covid-19 stiamo assistendo al fallimento del sistema capitalistico.

1)Il carcere può essere una casa?
Abbiamo visto dall’otto marzo divampare in tutto lo stivale innumerevoli rivolte nelle carceri, dovute all’interruzione totale dei colloqui da parte dei reclusi con i propri cari. In aggiunta vi è stata la diffusa e giustificata paura della possibilità dell’arrivo del virus nelle strutture penitenziarie. Solo a Modena vi sono state 9 vittime fra i detenuti. Ora più che mai siamo convinti/e che il carcere sia parte del problema che crea il sistema capitalistico con le sue logiche distorte e malate e sicuramente non la soluzione. Un’alta percentuale dei reati legati alla detenzioni nelle carceri oggi è dovuta a crimini legati alla proprietà, quindi da sempre ci viene da immaginare che un sistema senza capitali non avrebbe bisogno di carceri per difendere la ricchezza di pochi eletti. In una situazione di sovraffollamento totale in cui sono queste strutture troviamo inconcepibile che non si sia potuto pensare a delle soluzioni più umane che il sedare le rivolte a colpi di cariche e gas. Si sarebbe potuto scegliere di fare un amnistia come in altre nazioni è stato fatto, ma nulla, nessuno sconto neanche di fronte alla morte.
Portiamo la nostra solidarietà a tutti/e i/le detenuti/e, alle vittime e alle famiglie!

2)La casa è un diritto, ma non per tutti/e!
In Italia secondo alcune fonti di informazione vi sarebbero più di 50000 senza tetto. E’notizia di qualche giorno fa del clochard Ucraino denunciato a Milano da una volante della polizia di Lambrate per la non ottemperanza del decreto sulle attuali restrizioni in vigore. Anche in questo caso come avvenuto all’interno delle carceri esce la vera assurdità del sistema, che invece di essere a sostegno degli ultimi e delle situazioni più a margine, le attacca, le umilia e le isola ancora di più. Operando in questo modo, chi non ha una casa si trova in una situazione di maggiore pericolo, oltre che vivere in totale assenza di aiuto e protezioni dal contagio si trova a doversi rifugiare da eventuali controlli e sanzioni.
Basterebbe una piccola parte dei tanti edifici vuoti sparsi in Italia per dare ricovero a tutte queste persone, basterebbe una piccola parte dei soldi pubblici che si perdono negli stipendi delle caste padronali di governo per rendere agibili e socialmente utili tutti gli edifici in questione. Per lottare contro questa forte disuguaglianza sociale da sempre portiamo avanti quando possibile la pratica dell’occupazione di luoghi collettivi in disuso, basta case vuote, basta gente senza casa!
Portiamo la nostra solidarietà ai senza tetto che a casa non ci possono andare!

3)Lo sfruttamento non si ferma davanti a nulla!
A Modena, come in tante altre città, picchetti e scioperi si sono susseguiti come reazione al proseguimento delle insensate condizioni lavorative all’interno dei luoghi di lavoro. Ieri durante un picchetto all’Emiliana Serbatoi a Campogalliano 8 operai e il coordinatore Si Cobas provinciale sono stati tratti in fermo e portati in questura dove hanno ricevuto una denuncia per aver violato il decreto emergenziale attualmente in vigore, per violenza privata e manifestazione non autorizzata. In aggiunta sono arrivate anche diverse denunce agli operai che hanno manifestato all’OPAS di Carpi dopo la morte di un lavoratore.
Ci sono moltissimi stabilimenti che non sono per niente affini a un’esigenza di salute pubblica e che quindi dovrebbero immediatamente chiudere. I grandi imprenditori, ma anche le piccole e medie imprese non vogliono rischiare di perdere alcun tipo di profitto, incuranti della salute dei lavoratori, ed è per questo motivo che proseguono le attività negli stabilimenti e negli uffici. Il Capitalismo anche in questo caso non guarda in faccia a nessuno, il denaro per i padroni vale di più che la vita delle persone che realmente muovono e animano le attività lavorative di questa infame società.
Portiamo la nostra solidarietà a tutti/e i lavoratori e le lavoratrici sfruttate anche in questi giorni di emergenza totale e a tutti/e i/le denunciati/e!

4)Chi combatte in prima linea non può restare a casa.
Portiamo la nostra solidarietà a chi ogni giorno si sta sacrificando per la collettività recando soccorso ai colpiti dal covid-19, a rischio anche della propria salute, senza le giuste attrezzature e senza i dovuti sostegni.
Questo perchè la politica dei partiti e del capitale da sempre alimenta i mercati che più gli creano profitti personali e interessi elitari. La salute al primo posto è uno slogan spesso usato dai tanti politicanti di turno per raccogliere consensi agli stolti, ma è proprio in un caso di emergenza come questo che esce lampante il vero volto di questo sistema marcio in decadimento. Un sistema che non da spazio ai veri servizi utili alla vita della comunità, ma predilige l’arricchimento individuale alimentando altre fonti, come gli investimenti per le spese militari, l’alta velocità e le varie opere volte a devastare i territori solo a beneficio dei magnati del cemento. Ora più che mai si nota l’inutilità di spese di questo tipo, ora più che mai serve bloccare ogni tipo di finanziamento a tutto ciò che porta unicamente vantaggi economici per pochi a spese di tutti/e.
Ci sentiamo vicini a tutti/e i medici, infermieri, volontari che stanno mettendo tutte le loro competenze per affrontare questa emergenza.
Stiamo inoltre ragionando su eventuali possibilità di renderci utili come realtà per sostenere anche noi la collettività in questi difficili momenti.

LA VITA E’ UN’ALTRA COSA!
E ora che in molti siamo fermi, slegati dalla schiavitù che ci avvolge ogni giorno della nostra vita, facendoci credere di vivere in una condizione libera e giusta, ora che il sistema “ci ha lasciato” qualche momento di vuoto per rincominciare a ragionare, come ci sentiamo?
Forse è proprio in momenti come questi che se si analizza per bene tutto si può capire che la vita potrebbe essere un’altra cosa. Perchè passarla tutta a lavorare per un’economia che crea solamente profitto ai piani alti? Si potrebbe, a nostro avviso, lavorare tutti per il bene comune, per i servizi e i beni utili alla comunità nel rispetto del pianeta e di tutti i suoi abitanti. Lavorare così, facendo meno, per vivere veramente gli affetti e le gioie che la vita ci regala in ogni momento. Agire collettivamente per permettere che ognuno/a possa avere da mangiare, un tetto sopra la testa, delle cure e che tutti e tutte possano godere delle stesse possibilità.
Vogliamo costruire una società in cui tutti/e possano avere tutto ciò di cui hanno bisogno e nessuno possa possedere più di altri.  Allora si che le carceri sparirebbero, i senza tetto non ci sarebbero, nessuno sarebbe sfruttato e tutte le energie sarebbero spese per la tutela della salute delle comunità e del pianeta.

LO STATO E’COME LA RELIGIONE, VALE SE LA GENTE CI CREDE! (E.Malatesta)

Spazio Anarchico Stella Nera – Comune Libertaria Gatta Nera

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